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Презентация была опубликована 9 лет назад пользователемГеннадий Львов
1 Giacomo Leopardi (Recanati, Napoli, 1837)
2 Ritratto di Leopardi, eseguito da Luigi Lolli a Bologna nel Il poeta aveva 27 anni Fu di statura mediocre, chinata ed esile, di colore bianco che volge al pallido, di testa grossa, di fronte quadra e larga, docchi cilestri e languidi, di naso proffilato, di lineamenti delicatissimi, di pronunziazione modesta e alquanto fioca, e dun sorriso ineffabile e quasi celeste. Antonio Ranieri
3 La vita p. 274 Recanati, il natio borgo selvaggio dove nacque Leopardi
4 Stanza dove nacque Giacomo Leopardi Casa Leopardi a metà Ottocento
5 I genitori di Giacomo Monaldo Leopardi Adelaide Antici p. 274 Ambiente familiare chiuso e bigotto
6 La biblioteca paterna (16000 volumi) p. 274 Con i fratelli Paolina e Carlo prima studia con il padre e poi con due sacerdoti ma a 11 anni prosegue da solo e impara il greco, il latino, il francese e lebraico Sette anni di studio matto e disperatissimo
7 : gli scritti puerili Definiti così dallo stesso L la prima poesia La morte di Ettore, e i primi saggi scientifici 1813 scrisse una Storia dellAstronomia Questi scritti dimostrano che sapeva scrivere in latino fin dall'età di 9 anni e sapeva padroneggiare la metrica Ma questo studio minò il suo fisico, fragile e ingobbito
8 Dallerudizione al bello… 1816: la prima conversione letteraria 1816: partecipa al dibattito tra classicisti e romantici… 1817: Si innamora della cugina Gertrude Cassi e scrive Il primo amore 1817: inizia il carteggio con Pietro Giordani… 1818: conversione politica…si converte al patriottismo democratico e scrive AllItalia e Sopra il monumento di Dante. p. 274
9 Lamicizia con Giordani Esiste un fitto epistolario che ci dà molte informazioni sul pensiero del giovane L. « Mi ritengono un ragazzo, e i più ci aggiungono i titoli di saccentuzzo, di filosofo, di eremita, e che so io. Di maniera che s'io m'arrischio di confortare chicchessia a comprare un libro, o mi risponde con una risata, o mi si mette in sul serio e mi dice che non è più quel tempo [...] Unico divertimento in Recanati è lo studio: unico divertimento è quello che mi ammazza: tutto il resto è noia » (1817)
10 Dal bello al vero… Crisi esistenziale ateismo e materialismo 1819: tentativo di fuga da Recanati… 1819: conversione filosofica… p. 274
11 Il silenzio poetico 1822: riesce a lasciare Recanati e va a Roma Esperienza negativa, viene isolato dagli ambiente culturali e i monumenti lo deludono rispetto a quello che aveva fantasticato per anni. Torna a Recanati sconsolato : non scrive poesie ma solo prose p. 274
12 Il risorgimento poetico Viaggia per lItalia, a Milano, a Bologna, a Firenze (dove conosce Manzoni) e a Pisa A Pisa ricomincia a poetare 1828: rientra a Recanati per problemi agli occhi e scrive le sue poesie più importanti 1830: va a Firenze dove conosce Antonio Ranieri e Fanny Targioni Tozzetti, il suo ennesimo grande amore non corrisposto p. 274
13 La morte 1833: va a Napoli, ospite di Antonio Ranieri e con lui si trasferisce a Torre del Greco per sfuggire al colera Ammalatosi gravemente, L. torna con lamico e la sorella Paolina a Napoli nel febbraio del 1837 ma il 14 giugno muore alletà di 39 anni p. 274
15 Per intervento di Ranieri il suo corpo non finì in una fossa comune, come da legge, ma fu sepolto nella chiesa di San Vitale a Piedigrotta - Napoli Il 22 febbraio 1939 i resti del poeta furono traslati nel Parco Virgiliano a Mergellina.
16 Piccoli Idilli – 1821 (dal bello al vero): Piccoli Idilli. Nella poesia greca si chiamava idillio un breve componimento descrittivo (in greco il termine significa «piccola visione, quadretto»). Leopardi chiama idilli queste sue poesie poiché esse prendono spunto da un elemento del paesaggio anche se diventano poi, come dice il poeta stesso, «idilli esprimenti situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo». Soggettivismo e riflessioni esistenziali p. 275
17 Canzoni civili e filosofiche 1818 – 1822: Canzoni civili e filosofiche Condanna del presente e rimpianto del passato Natura come madre benevola e affettuosa Operette morali 1824 – 1827: Operette morali 24 prose Riflessioni esistenziali su: morte, piacere, vana ricerca della felicità, natura ostile. p. 275
18 Grandi IdilliCanti pisano-recanatesi 1828 – 1830: Grandi Idilli o Canti pisano-recanatesi Rappresentano il risorgimento poetico dopo 6 anni di silenzio. Ampia riflessione filosofica. Ciclo di Aspasia 1833 – 1835: Ciclo di Aspasia Poesie damore dedicate a Fanny Targioni Tozzetti p. 276
19 Epistolario Circa 1000 lettere scritte a familiari, amici, intellettuali. Stile colloquiale.Zibaldone Raccolta di pensieri personali e riflessioni letterarie.Pensieri 111 aforismi su: difficoltà dei rapporti umani, cinismo degli uomini, falso perbenismo, lotta degli uni contro gli altri, necessità di uno stile di vita basato sullautenticità dei sentimenti e delle azioni. p. 276
20 Amore, amor, di nostra vita ultimo inganno. Gli uomini sarebbero felici se non avessero cercato e non cercassero di esserlo. Il piacere è sempre o passato o futuro, e non è mai presente. Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo. I beni si disprezzano quando si possiedono sicuramente, e si apprezzano quando sono perduti o si corre pericolo di perderli. L'unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti, è di non oltrepassarli mai. I fanciulli trovano il tutto anche nel niente, gli uomini il niente nel tutto. È vero, come predica Cicerone, che la virtù è il fondamento dell'amicizia, nè può essere amicizia senza virtù; perchè la virtù non è altro che il contrario dell'egoismo, principale ostacolo all'amicizia.
21 I passaggi della poetica : dallerudito al bello : dal bello al vero : la stagione della prosa : il ritorno alla poesia : lultima produzione
22 I passaggi della poetica 1816: dallerudito al bello1816: dallerudito al bello Dalle minuzie filologico-erudite alla poesia delle illusioni 1819: dal bello al vero1819: dal bello al vero Dalla poesia delle illusioni o di immaginazione alla poesia filosofica. L. scopre la vanità delle speranze, linevitabilità del dolore, la nullità delle cose. 1828: il risorgimento poetico1828: il risorgimento poetico L. ritorna alla poesia consolatoria ma come mezzo per conoscere la verità
23 LA POETICA 1) Posizione originale tra Class. e Romant.: Del Classicismo critica: -il principio di imitazione; -limposizione di regole fisse; -labuso ripetitivo e meccanico della mitologia. Del Romanticismo critica: -laderenza al vero che spegne limmaginazione; -il gusto per lorrido, lo strano, il cupo…
24 LA POETICA L. ripropone i classici ma con spirito romantico: la poesia deve dare spazio a ciò che è oltre la ragione, deve essere espressione di un mondo interiore immaginoso e fantastico…
25 LA POETICA 2) Funzione educativa della poesia: La poesia può incidere sul reale ed essere di stimolo allazione politico-patriottica 3) Impossibilità di recuperare la virtù degli antichi 4) Funzione consolatoria
26 Il pessimismo storico NATURA RAGIONE È madre benignaÈ nemica degli uomini Ha creato gli uomini felici È il regno del bello, delle illusioni, della poesia È il regno del vero, demolisce le illusioni, inaridisce la poesia È il principio dellinfelicità degli uomini Condizione delluomo primitivo e del bambino Condizione delluomo civile e adulto
27 LA TEORIA DEL PIACERE LA TEORIA DEL PIACERE Per Leopardi ogni essere è stimolato per natura da un continuo desiderio di piacere. Questo desiderio incessante potrebbe essere appagato solo da un piacere infinito, ma i piaceri che ci offre la realtà sono insufficienti a soddisfare la nostra natura che ci spinge a volere sempre di più senza mai trovare soddisfazione. La Natura non ci ha solamente dato il desiderio della felicità, ma il bisogno; vero bisogno come quel di cibarsi. Perché chi non possiede la felicità è infelice come chi non ha di che cibarsi, patisce la fame. Or questo bisogno ella ci ha dato senza la possibilità di soddisfarlo
28 LA TEORIA DEL PIACERE Laspirazione umana alla felicità è illimitata La sensazione di appagamento che luomo prova quando ottiene ciò che desidera è limitata Insoddisfazione, infelicità
29 Il piacere esiste solo: nellimmaginazione nel ricordo del passato (rimembranza) nella speranza per il futuro è una illusione di felicità LA TEORIA DEL PIACERE
30 Lanima umana desidera sempre, e mira unicamente al piacere, ossia alla felicità Tutti i piaceri debbono esser misti di dispiacere, perché lanima nellottenerli cerca avidamente quello che non può trovare, cioè una infinità di piacere, ossia la soddisfazione di un desiderio illimitato LA TEORIA DEL PIACERE
31 Il pessimismo cosmico NATURARAGIONE È matrigna nemica È nemica degli uomini Inganna luomo promettendo una felicità che non concederà mai Inganna luomo promettendo un progresso illimitato che non garantisce la felicità
32 La poetica della rimembranza La rimembranza è essenziale per la poesia: -perché il presente non può mai essere poetico; -perché attraverso il ricordo delle esperienze passate è possibile rivivere le intime emozioni che le hanno animate.
33 La poetica del vago e dellindefinito Limmaginazione può essere stimolata descrivendo qlc. di indistinto, mediante un linguaggio colloquiale.
34 EPISTOLARIO p lettere scritte tra il 1810 e il 1837 a familiari e amici. TEMI: odio-amore per Recanati; incomprensioni con i genitori; affetto per i fratelli; ansia di libertà; orribili malinconie; disperato bisogno di amore. Stile semplice, colloquiale.
35 ZIBALDONE p.290
36 L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.
37 La vista dal colle dellinfinito
38 Forme verbali che insistono sulla durata L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.
39 È una figura sintattica consistente nel collegare proposizioni o termini con numerose e ripetute congiunzioni. Es. ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo.
40 La luna interlocutrice di tante poesie
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